Dalla gestione delle imprese al diritto pubblico: la formazione dei dirigenti della sanità

di | Agosto 30, 2021

Per diventare dirigenti della sanità è fondamentale sapere sin da subito che sono necessari tanto studio e tanta esperienza. Chi è responsabile di un ASL o di strutture ospedaliere deve inoltre conciliare le conoscenze mediche a conoscenze manageriali e legislative. A partire dagli anni ’90 infatti la sanità pubblica ha subìto una graduale aziendalizzazione a la gestione del personale e delle strutture che erogano servizi sanitari ai cittadini hanno acquisito una conformazione organizzativa e operativa che di fatto rispecchia quella delle aziende di altri settori. C’è dunque bisogno di pianificare gli investimenti, valutare le performance e stabilire i futuri piani di crescita per poter essere competitivi e ricevere più fondi per l’attuazione dei servizi.



Dirigenti della sanità: il percorso formativo


Per diventare dirigenti della sanità è necessaria innanzitutto una laurea in Medicina e Chirurgia e poi prevedere una formazione post-laurea in management sanitario. Ci sono numerose università che hanno nei loro piani di studio master specifici nella formazione dei futuri dirigenti sanitari e i corsi si possono seguire sia nelle università tradizionali sia nelle università telematiche, come Unicusano, i cui titolo sono totalmente equiparati a quelle delle università in presenza.

Con i titoli accademici ci può poi accedere al concorso pubblico per entrare nelle graduatorie territoriali. Per partecipare al concorso bisogna avere dei requisiti specifici: i titoli accademici, un’età inferiore ai 65 anni e aver maturato almeno 5 anni di lavoro in strutture pubbliche. Conta dunque molto l’esperienza ospedaliera, che di fatto riesce a far conoscere molto da vicino quali sono le attività da svolgere in un distretto sanitario e quali sono le necessità per migliorare l’organizzazione e i processi di lavoro.



Dirigenti della sanità: cosa fanno


Il dirigente sanitario, a differenza del primario, non si occupa di gestire un solo reparto, ma tutta l’unità ospedaliera o l’Asl di competenza. Tra le principali responsabilità del dirigente sanitario ci sono:

  • l’assegnazione dei servizi a tutto il personale sanitario, tecnico e ai paramedici;
  • la verifica dei titolo di tutto il personale;
  • l’aggiornamento di tutti i dati relativi ai titolo del personale;
  • il controllo delle apparecchiature mediche e del loto funzionamenti;
  • la verifica della sicurezza del presidio di competenza;
  • il controllo dell’osservanza delle norme igieniche nella struttura;
  • la corretta conservazione dei farmaci e il controllo delle scadenze.

Si tratta dunque di un ruolo di grande responsabilità, che ricade direttamente sulla tutela della salute di ogni cittadino.


Dirigenti della sanità: il futuro della professione

Come tutte le professioni, anche quella del dirigente sanitario risente di costanti evoluzioni perché il mondo del lavoro continua a trasformarmi e con lui si modificano prassi organizzative e strumenti tecnologici. Una delle nuove frontiere della sanità è la telemedicina o medicina digitalizzata, per la quale sono stati 7 miliardi nel Recovery Plan e rappresenta una ghiotta occasione per svecchiare il sistema sanitario e offrire ai pazienti servizi più rapidi, controllo dei dati più immediato e riduzione degli sprechi. Stando ai dati però il 40% dei medici non ha le competenze per approcciare a questo nuovo sistema. Sarà dunque una sfida importante per i nuovi dirigenti quella di provvedere anche ad una digitalizzazione delle aziende ospedaliere e alla formazione digitale degli operatori, che così possono trasformare il rapporto medico-paziente con le nuove piattaforme digitali.